Il ragno non tesse la tela in luoghi qualunque. Egli cerca di comprendere qual'è la porzione dell'ambiente dove il passaggio delle prede future piò essere "statisticamente" più produttivo. Non interessa altro se non il successo, che per lui vuol dire sopravvivenza.
Il PdL è in caduta libera nei sondaggi. I più ottimisti di questo partito, ormai pochi,considerano che parte di coloro che dichiarano, oggi, di astenersi dal voto, all'appuntamento elettorale si recheranno comunque al seggio e, turandosi il naso, voteranno per il PdL alcuni, altri per partiti di sinistra. Con tutto ciò i report quotidiani della possente macchina sondaggistica sono sempre più negativi. Ottimisticamente il Pdl si attesta intorno al 21%. Tanto basta per perdere. La Lega Nord non andrebbe oltre il 5%. Partendo da un complessivo, per il centro-destra, 26% come si fa a raddoppiare i voti per poter vincere...e sopravvivere?
Qui si tratta di scomparire dalla scena della Storia recente. Come si fa ad intercettare il voto degli italiani?
Come sempre. Stasticamente e sondaggisticamente cercano di comprendere cosa non piace agli italiani in questo periodo di grave crisi economica? La risposta è chiara: l'euro! L'euro per molti (vedi Grillo) è la causa dei nostri problemi. L'Europa viene vista come una iattura per l'Italia. L'economista Paolo Savona l'altro giorno, dalle colonne del Corriere della Sera, rifletteva sull'opportunità si uscire dalla moneta unica e tornare alla lira configurando un futuro di ripresa economica e di ritrovata ricchezza e forza finanziaria. Possibile che un navigato dell'economia e delle stanze del potere politico come il prof. Savona possa dichiarare concetti di questo tipo? Come se non sapesse che se uscissimo dall'euro e riprendessimo la lira, questa di colpo, sarebbe svalutata pesantemente e con una lira leggera, rispetto all'euro, dovremmo continuare a pagare il nostro mostruoso debito pubblico sempre in euro visto che i nostri BTP a dieci anni sono stati collocati in euro. La conseguenza sarebbe che il nostro debito pubblico, collocato in euro e pagato in lire, duplicherebbe e questo non sarebbe altro che la morte dell'economia italiana...e non solo.
I giornali di centro destra come Libero ed il Giornale tentano di indicare le possibili vie della ripresa del consenso. Il Berlusconi ieri ha dichiarato che, in ultima analisi, non sarebbe un male uscire dall'euro.
Il Ragno sta tessendo la sua rete. Ha trovato lo spazio dove collocarla. E' quello cerca di intercettare il malcontento, la delusione, rispetto alla moneta unica, di quegli italiani che scaricano su di essa la crisi attuale.
Questi stessi italiani si dimenticano che la crisi attuale deriva dalla mancanza, in questi ultimi venti anni, di riforme strutturali necessarie e improcastrinabili, dall'arretratezza delle infrastrutture, dall'evasione ed elusione fiscale, dalla corruzione dilagante e dalla pesante presenza, nel tessuto economico-sociale, della malavita organizzata. In realtà abbiamo perso venti anni. La responsabilità deve essere distribuita parimenti a tutti i governi che ci hanno mal governato.
Se la colpa è dell'euro, allora non può essere attribuita a Berlusconi che così ne uscirebbe "pulito" da questa accusa. Questa strategia s'interseca con la proposta dello stesso PdL sulla legge elettorale che propone il "semipresidenzialismo". Perchè il futuro Presidente della Repubblica dotato di questi nuovi e più ampi poteri non è altro che Berlusconi. Il ragno ha tessuto la tela e aspetta. Appena la vittima sarà caduta nella tela eccolo, veloce, si presenta per ritirare ciò che si è guadagnato.