"Rinascimento Italia" vuole essere un barlume di riflessione sui fatti politici e sociali, in un periodo storico che vede l'Italia in grave difficoltà e smarrita nel contesto globalizzato di questa era.

martedì 11 dicembre 2012

Un anno di governo Monti.










Dopo un anno di Governo Monti questo ha contribuito in positivo a:
-ridare credibilità all'Italia su due fronti, a) mercati e b) nel circuito politico europeo e globale in genere
-rimettere con i piedi per terra gli italiani. Far cadere facili illusioni magari per facili pensioni, di una vita sociale e nazionale vissuta per troppi anni al di sopra delle nostre possibilità. Ha fatto capire che la cattiva amministrazione della "res publica", a qualsiasi livello da quello nazionale,  al regionale e comunale, verrà sempre pagata, prima o poi, da noi e se qualcuno ruba altri pagheranno, se alcuni possono accedere a privilegi, tutti pagheremo tali privilegi. In realtà, il Governo Monti, ha sconfitto "L'isola dei famosi", "Il Grande Fratello", "Uomini e donne", le stupide fiction di Del Noce..., cioè di un deterioramento della percezione della realtà e della verità  che si rifugiava in una nuvola di leggerezza o volgarmente pseudo-erotica oppure in un sentimentalismo infantile in un continuo ricercare i piccoli piaceri della sessualità e dell'evasione. Potere dei modelli di riferimento proposti da una televisione di Stato che seguiva quella berlusconiana.
Dove ciarlare non era ciarlare ma "ragionare", dove si aveva ragione se si mostravano i muscoli dopo aver alzato la voce, dove si pensava che era "l'amico" che ti poteva tirare fuori dai guai o dai tuoi problemi, dove la scuola è una perdita di tempo o al massimo un luogo di relazioni sociali ecc. Il prof. Monti ci ha ricordato che solo una nazione formata da cittadini seri paga un futuro migliore.
Dopo un anno di Governo Monti questo ha contribuito in negativo a:
-peggiorare, per via della riforma Fornero, all'irrigidimento del mercato del lavoro in quanto non favorisce in entrata l'assunzione di giovani o meno giovani e non favorisce in uscita il ricambio generazionale del posto di lavoro anche perchè ha allungato nel tempo il momento della pensione;
-peggiorare il sistema pensionistico per quella parte che riguarda i meccanismi attraverso i quali viene calcolata sia la pensione ma ancor di più l'età alla quale si ha diritto alla pensione stessa. La riforma Fornero è "disumana". Non è solamente una riforma che traduce un sistema semi-contributivo in un sistema completamente contributivo, qui si può essere d'accordo e sarebbe coerente con una linea "liberal". Ma la riforma è andata ben oltre. Perchè se il sistema pensionistico è di tipo contributivo non si può andare in pensione quando lo si ritiene opportuno? Questo è anche spirito "liberal".
Qui la riforma mostra una natura all'opposto della concezione liberale perchè diventa statalista. E' lo Stato che impone tempi e meccanismi. Ma gli stessi sono stati impostati in un modo tale che non è facile andare in pensione in tempi ragionevoli ma in età irragionevoli. Guai  a coloro che inizieranno a lavorare in età adulta, dopo i trent'anni, con stipendi da operai o da piccoli impiegati perchè costoro andranno in pensione non prima dei settanta anni.Quindi sono stati messi in essere meccanismi che tendono sempre a rimandare la pensione e a dilatare, in uno stillicidio frustrante e disumano, i tempi lavorativi. La riforma è un mostro a due teste una liberale e l'altra statalista. Una vera, incomprensibile contraddizione d' indirizzo che non può avere uguali al mondo.