"Rinascimento Italia" vuole essere un barlume di riflessione sui fatti politici e sociali, in un periodo storico che vede l'Italia in grave difficoltà e smarrita nel contesto globalizzato di questa era.

sabato 26 novembre 2011

Berlusconi: il Grande Alibi

Il Grande Alibi non c'è più.
Berlusconi è stato il grande alibi per tutti, compresi alcuni format televisivi.
E' stato il Grande alibi per i politici mediocri ...prima di tutto. Bastava dire:" Berlusconi deve dimettersi" e già poteva bastare per andare avanti politicamente un altro giorno e continuare così a catalizzare la base del proprio elettorato. Magari aggiungendovi un corollario di qualcos'altro che poteva andare, anche perchè non fu mai parco, il Berlusconi, di comportamenti personali e di proposte legislative tali da non suscitare irritazione.
Il Grande Alibi lo era per tutti coloro che in politica e con i propri partiti non avevano nulla nuovo e di competente da proporci e copriva quel vuoto pneumatico della proposta che non c'era se non aria fritta e sempre la stessa polemica.
Berlusconi era il Grande Alibi anche per il proprio partito. E' vero che per certi versi ne era il padre-padrone, ma è altrettanto vero che ha coperto meschini in gran spolvero e mezze cartucce che sono arrivati a posti impensabili per loro fino a qualche anno fa.
Berlusconi era anche il Grande Ispiratore di tutti i comici d'Italia...era troppo facile fare ironia e battute sagaci, l'homo si prestava. Adesso che non c'è più sulla scena  politica vedremo chi saranno veramente i comici bravi da quelli che non sapranno più dire nulla.
E che dire dei vignettisti? Chi scomparirà di loro? Malgrado ne abbiamo veramente di bravissimi. La loro più grande Fonte d'Ispirazione si è ritirata.
Certo con Mario Monti è tutto diverso. Tutto è più difficile: competente, educato, senza interessi personali. Noi si ha la nascosta, ma non tanto, speranza che possa passare alla storia come il Salvatore della Patria...e lui pure. Per questo andiamo d'accordo noi popolo e lui, mentre gli asini ragliano...ma fanno parte del paesaggio.

martedì 22 novembre 2011

Ma sono figli d'Italia?

Un bambino che nasce in Italia, figlio di immigrati extraUE, non è italiano.
Tutti si sapeva che colui che nasce in una nazione è cittadino di quella nazione. I nostri nonni hanno sempre detto così, perchè così hanno detto i loro padri emigrati in Argentina o negli USA oppure in Germania o in Belgio o Francia o chicchessia.
Scusate signori leghisti rispondete alla seguente domanda.
Negli anni cinquanta moltissimi calabresi, e non solo, sono emigrati in Piemonte. Questi hanno generato figli nati in quella regione e lì sono ancora a lavorare e vivere. Quest'ultimi sono da voi considerati calabresi o piemontesi?
Un figlio d'immigrati in Italia è chiaramente un italiano indipendentemente dal colore della sua pelle, dalla sua cultura e religione o peggio ancora dalla nazionalità dei suoi genitori.
Oggi in Italia questi bambini non hanno nazionalità, nè italiana nè altra...sono nel limbo delle nazionalità e dei diritti. Come se fossero apolidi, ma non per loro scelta. L'Italia è una nazione civile? Penso che gli italiani lo siano senza ombra di dubbio, ma non sono civili certe opinioni di una minoranza che risiede esclusivamente al Nord e che vota per la Lega. Questi s'illuminano solo al sentir parlare non in italiano, ma in dialetto bergamasco o veneto. Per costoro Dante, Petrarca, Foscolo, Manzoni, Verga, Leopardi, Quasimodo, Carducci, Deleddda, Montale ecc... non contano. L'importante è il dialetto...loro, s'intende. Mentre quello dei magrebini no, non vale. Peggio quello romano o calabrese. Il figlio di Bossi. consigliere regionale della Lombardia, ha dichiarato che oltre Roma non ha mai messo piede. E magari parla dei "problemi" che l'Italia meridionale dà ai lumbard. Come farà? Visto che ha scuola non ha dato prova di brillantezza, per cui le conoscenze non lo aiutano certo ad elaborare una analisi storica-economica del sud e del nord dell'Italia? Probabilmente ripete ciò che ascolta in famiglia...dal Bossi padre. Che educazione alla civiltà. E che dire del presidente dei deputati leghisti in Parlamento quando il Presidente della Repubblica, oggi, ha sollevato questo problema? Egli gli ha risposto alla leghista...non dico altro per amor di Patria visto che io, i leghisti, li considero degli italiani e non vorrei vergognarmene per queste prese di posizioni contro quanto indicato dal presidente Napolitano e che io condivido pienamente. Qualunque bambino che nasca in Italia è un italiano...e dobbiamo rallegrarcene che sia nato ed auguriamo a loro tutto il bene possibile. Che questi bambini possano, da adulti, tenere alto l'onore, la civiltà e la cultura della nostra antica e sempre attuale Nazione nel Mondo.
A proposito. Questo augurio vale anche per i figli dei leghisti che la pensano come il loro rappresentante in Parlamento.

venerdì 18 novembre 2011

Il Governo Monti ha ottenuto la fiducia. Nulla sarà più come prima












Il 9 settembre avevamo lanciato un post nel quale si argomentava la necessità di un Governo tecnico che aveva nel Presidente della Repubblica il proprio garante politico-istituzionale. Voglio ricordare che questo ultimo agosto fu animato da una visibilisssima incapacità del Governo (e dell' opposizione) di elaborare un piano di misure che rispondesse alle difficoltè economiche e di bilancio dell'Italia. Ne uscì fuori un pasticcio di manovra finanziaria incoerente e di dubbia efficacia che noi bollammo come il "conto della serva" per sottolinearne il basso profilo tecnico e l'inadeguatezza.
Ed è questo, ancor oggi, che fa paura. Lo scarso livello in termini di capacità, sia individuali che di gruppi partitici, che continuano ad esistere in Parlamento. Un Parlamento i cui inquilini sono , in un certo senso, degli abusivi, in quanto mai votati e scelti dagli italiani, ma  solo nominati dai capi partito (Scilipoti compreso) e questo potrebbe essere inteso come una sospensione della democrazia parlamentare delegata dal Popolo. Oggi c'è troppo partito e poca politica e questo è male. Oggi c'è troppo meschineria che sostituisce principi morali quasi del tutto assenti. Troppi pensano esclusivivamente al proprio destino, a perpetuare i privilegi e la bella vita da padroni del vapore ed il bene della nazione non è altro che un bel pretesto posto a giustificare il loro ruolo di ministro, di sottosegretario o di deputato.
Il governo Berlusconi è caduto.Tutto questo è ormai finito e sembra già lontano nel tempo. In una settimana si è trovato un ottimo sostituto e un'ottima squadra di governo. Ci siamo trovati, di colpo, uno stile nuovo fatto di educazione, rigore e competenze. Sembrano lontani i tempi della politica gridata, dell' arroganza, delle leggi pro-domo loro, dell'incapacità quotidiana, della scostumatezza di qualche capopolo, delle incopetenze visibili anche ad un cieco, dell'asservimento al proprio capo partito anzichè essere leali alla Costituzione e aderenti, nell'agire, agli interessi esclusivi della Nazione. Ci stiamo allontanando alla velocità della luce dall'ex ministra Meloni e dalle sue colleghe che si chiamano Prestigiacomo, Gelmini, Bernini, Carfagna, Brambilla e dalle sottosegretarie  Santanchè e Ravetto e declinando al maschile Giovanardi.
Che dire dei ministri come La Russa, Galan, Bossi, Calderoli, Brunetta, Rotondi, Fitto, Matteoli, Romano e Romani?
Hanno lasciato macerie. Noi italiani dobbiamo avere la forza e le capacità di risorgere dall'azione di questi "bombardieri" e dal "superbombardiere", loro capo. Avevamo perso non solo la credibiltà, ma anche la dignità. Eravamo gli incapaci, i monelli d'Europa, indisciplinati e un pò asini.
Con Mario Monti si spezza una sorta di psicodramma, durato diciassette anni, nel cui vortice era caduta tutta la politica e con essa gli italiani. Tutto è ruotato tra l'essere a favore o contro Berlusconi. Berlusconi al centro di tutto e di tutti, al centro delle critiche, degli elogi e degli alibi, in un vortice mediatico che ha drogato politica, economia, giustizia, attività produttive e facendo emergere il pensiero debole dei "politici di professione". L'Italia si avviava, così,  ad una condizione da Repubblica delle banane con un restringimento della libertà sempre più subdolamente reale. Questo iniziò con il 1° governo Prodi e culminò con la legge elettorale del "porcellum" del trio Berlusconi-Calderoli-Casini e leggi "ad personam"  nascondevano un pericolo mortale per la sopravvivenza della democrazia: la forzatura delle regole democratiche. Questa pretesa è fallita grazie a due grandi istituzioni della Repubblica che hanno resistito: la Corte Costituzionale e la Presidenza della Repubblica. Sono state loro a stoppare il disegno di una presa di potere pressochè assoluto di tipo finto-democratico alla Putin.
Ciò che Berlusconi, DU e F.G. non calcolarono fu la crisi dell' economia del mondo occidentale scaturita dai mutui subprime americani e scatenatesi in un secondo tempo in Europa. Pensavano di farla franca. Difatti, il premier Berlusconi dichiarava molto spesso che in Italia la crisi non cè, riguarda altre nazioni e le nostre banche sono solide mentre quelle inglesi stanno per fallire. Ed ancora che non siamo l'Islanda o l'Irlanda prima, la Spagna poi. Poi arrivò la Grecia e con essa anche l'Italia e fu messa nel mirino degli speculatori internazionali. Si cercò di rimediare con un paio di manovre poco efficaci. Ci si scherzò anche sopra affinchè gli italiani non la prendessero troppo sul serio. Nascosero, con i loro mass-media, realtà terribili di disagio economico e di caduta in povertà con relazioni giornalistiche e servizi televisivi che traboccavano di normalità ed ottimismo conditi da programmi ove il litigio, il cantare, il ballare, i fondi schiena e le scemenze la facevano da padrona. Fino all'ultimo si dichiarò che i ristoranti in Italia sono pieni. L'Europa fu inflessibile e pressante. L'azione martellante e l'ironia di alcuni Capi di Stato nei nostri confronti indignò tutti, il Capo dello Stato e noi cittadini. Il Pdl scendeva sempre più nei sondaggi, nemmeno il bunga-bunga e le escort riuscirono a causare tanto danno al Berlusconi che vide la sua impopolarità crescere a dismisura...e magari insieme ai conti delle aziende. Alla fine dovette mollare ed accettare di dimettersi e, ancor di più, non avere le elezioni anticipate e di dover appoggiare un governo di tecnici. Cosa è stato che l'ha convinto a fare tre passi indietro che pregiudicano, nel breve periodo anche il rapporto con il suo sodale politico qual'è stato il Bossi e la Lega Nord? E' mistero. Chi è intervenuto? Con quali argomentazioni? Se ciò è avvenuto certo non è nessuna forza italiana nè dell'area dell'euro.
Il governo del Sen. Prof. Mario Monti non è il  "governo dei seccchioni" ma delle eccellenze d'Italia. Mi ricordo che chi, al Liceo, accusava di essere secchione, in genere, era un mediocre con l'aggiunta di qualche asinello.
Il Governo che oggi ha ricevuto anche l'approvazione della Camera dei Deputati, non è un governo di soli tecnici, ma anche politico e per due ragioni. La prima è che un governo che governi propone e delibera nel merito seguendo un propria linea. Già questo vuol dire far politica in quanto si ha un' idea della governance e la si cerca di attuare. Due, perchè Monti sa fare il politico e lo ha già ampiamente dimostrato da come ha presentato il programma e per come ha risposto alle sollecitazioni politiche più insidiose in sede di votazione oggi al Parlamento. A questo proposito non dobbiamo dimenticare che è stato, in qualità di commissario europeo, per ben dieci anni, a contatto con i politici di tutta l'UE di qualsiasi partito, idea, carattere personale, o portatore di interessi particolari ed ha sempre saputo agire con rigore e alto senso delle istituzioni oltre che con competenze ormai da tutti riconosciute.
Questa esperienza europea gli sarà utilissima per condurre a buon fine il suo disegno tecnico-politico.
Si spera che vinca la "corsa contro il tempo" . Non è solo contro il tempo della crisi, ma specialmente contro un altro. Forse il Presidente Monti  l'ha già intuito visto che ha dichiarato che il governo da lui presieduto dovrà "correre" . Oggi si è avuta la conferma di tutto ciò; il discorso alla Camera del gruppo parlamentare del PdL non è stato tenuto da Berlusconi, ma da Alfano. Il motivo c'è ed è profondamente nascosto anche dalla stretta di mano che l'ex ha voluto in modo dichiaratamente plateale tributare al nuovo Premier. E' già iniziata la manovra che potremo chiamare "togliere il tempo a Monti". Non è possibile sapere se questa strategia avrà successo, ma si basa su un recupero del consenso basato sul calcolo che i provvedimenti dell'attuale Governo Monti saranno impopolari.  Se questa strategia inizierà, però,  a dare segnali di fallimento perchè i conti non tornano, prepariamoci, allora, a registrare una serie di fatti strategici.
Comunque andrà a finire non sarà mai più come prima. Se vincerà il Presidente della Repubblica ed il Governo vedremo tempeste, ma alla fine saremo di nuovo una nazione in regola in tante cose tra cui quelle morali. Se ciò non dovesse accadere ci saranno anni bui anche per la Chiesa che pagherà anni di ambiguità.







sabato 12 novembre 2011

Al Signor Presidente della Repubblica.

Nella serata in cui Silvio Berlusconi è salito al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni, un pensiero e un vivo ringraziamento, ancora una volta, al nostro Presidente della Repubblica Napolitano che ha gestito questa prima fase del periodo più difficile della Repubblica con sagacia, sangue freddo e grande capacità politica. Come sempre, On. Compagno Presidente, aveva ragione. Come quando, quarant'anni fa, era considerato "l'eretico riformista", l"americano", l'"amico dei democristaiani" dai suoi stessi compagni di partito, il PCI. Mi ricordo in modo vivissimo di Lei e della sua proposta politica avanti di almeno trent' anni rispetto alla nomenclatura del PCI in cui Lei militava e ne era, al contempo, un altissimo esponente. L'apprezzavo già d'allora, anche per il coraggio d'essere un "guastafeste" in un posto, il PCI, in cui i guastafeste venivano "democraticamente radiati". Era coerente con quanto Lei elaborava politicamente sempre in funzione del futuro non del suo partito, ma dell'Italia e della stabilità e dello sviluppo. L'ammiravo, anche se ero un avversario del suo partito perchè cattolico democratico.
Mesi fa scrissi di Lei, su questo blog, definendola "La linea del Piave" della nostra Italia. Le riconfermo il mio parere perchè ci sta salvando con uno spirito patriottico e democratico. Penso anche ai tanti sacrifici personali che Lei, non più giovane, si è sottoposto per il Bene del Paese.
Ha dato una lezione di capacità politica da manuale.
Ha dato una lezione esemplare di rispetto della Costituzione e delle Leggi e di affezione alla Repubblica.
Lei non è solo una garanzia politica ma anche morale.
Lei è da annoverare tra i Padri della Patria.
Grazie Signor Presidente.

domenica 6 novembre 2011

Berlusconi e ristoranti

Così come qualsiasi Presidente del Consiglio dei Ministri non possa fare del catastrofismo, specie in tempi bui come questo in cui le borse ed i mercati soffrono di ipersensibilità,  altrettanto non è lecito fare l'opposto e seminare ottimismo grossolanalente falso e ipocrita nonchè strumentale ad una logica politica che rivela in Berlusconi un distacco oramai totale dalla realtà. Egli non può affermare, in conferenza stampa internazionale del dopo G20 di Cannes, che i ristoranti italiani sono pieni, volendo intendere che da noi la crisi c'è ma di poco conto.
Vada a fare visita alle mense della Caritas della sua città e domandi se nell'ultimo anno ci sono state variazioni delle richieste di un pasto caldo e variazioni della composizione dei soggetti richiedenti. A Milano come in ogni altro centro Caritas d'Italia non solo sono aumentate le richieste, ma ci sono nuovi richiedenti quali  studenti, giovani trentenni senza lavoro, famiglie piccole borghesi che a metà del mese hanno finito i soldi. Un quadro di una realtà lontanissima dall'arricchito Berlusconi che certamente frequenta ristoranti dove si reca quel 10% della popolazione italiana che detiene oltre il 50% della ricchezza nazionale (lui compreso, anzi il primo ,stando alla denuncia dei redditi. Mio padre m'insegnò, una volta, un proverbio che non smisi mai di ricordarlo. Questo esortava a stare alla larga"...dai poveri arricchiti e dai ricchi appezzantiti".

giovedì 3 novembre 2011

Mario Draghi Presidente della BCE.

Il primo atto del board della BCE presieduto dal neo-presidente Mario Draghi, italiano, è stato un successo. Con una mossa a sorpresa e anticipando tutti, anche i mercati, ha ridotto dello 0,25% il tasso di sconto dell'euro. L'azione è stata apprezzatissima e in un momento così difficile per il futuro economico dell'Europa non è poco. Bravo Draghi.
Mi sia consentito una disgressione su quell'aggettivo voluto:"italiano". Italiano non solo per nascita, ma specialmente per preparazione culturale. E' vero che è stato uno dei tanti allievi di Federico Caffè, indimenticabile professore di economia alla Sapienza, e questo non è poco. "Italiano" dal punto di vista della personale struttura culturale...e questa si forma nella scuola dell'obbligo specialmente negli istituti superiori, durante l'adolescenza. Voglio ricordare questo aspetto del Presidente della BCE e non la brillantissima carriera di cui i giornali italiani e specie esteri hanno dato ampio spazio.
Mario Draghi ha frequentato il Ginnasium prima e poi il triennio del Liceo Classico presso l'Istituto Massimo di Roma gestito dai padri gesuiti. Questo accadeva negli anni sessanta. Egli era bravo specialmente in latino e matematica. Come dire che l'analisi e la logica venivano allenate a svilupparsi e consolidarsi nelle capacità dell'alunno Draghi. A questo si deve aggiungere l'educazione al rigore intelettuale e alla disciplina del proprio comportamento tipici di alcuni collegi gestiti dai preti in quegli anni, come la scuola salesiana di Piazza Maria Ausiliatrice di Torino di cui mi onoro di esserne stato allievo. Alcuni dei suoi compagni di corso  si chiamano Luigi Abete, Gianni De Gennaro, il fondatore di Radio Radicale, Magalli... e tanti altri che assolvono importanti incarichi nella vita istituzionale italiana. Mario Draghi, quindi, non è un prodotto casuale della scuola italiana ma è uno dei tanti, e tra i migliori, prodotti della stessa. Allora viva l'italianità della nostra scuola che, credetemi, è impareggiabile.
Abbiamo solo bisogno di crederci.

mercoledì 2 novembre 2011

L'Italia è sull'orlo del precipizio, la Grecia è praticamente fuori.



L'idea del Primo Ministro della Grecia di proporre un referendum popolare sul piano di rientro e di risanamento finanziario ha mandato nell'ira più acuta la Angela Merkel...(dal nostro Pres. del Cons. Sig. Berlusconi nemmeno un commento) Il referendum, se si farà, sarà perdente. A quel punto il governo dovrà dimettersi. La Grecia sprofonderà in una crisi politca che la farà fallire economicamente. Nessun Stato membro dell'area Euro può dimettersi dalla moneta unica. Si può fare solo se lo Stato in questione si ritira dalla U E, automaticamente esce anche dalla zona euro. Ma la Grecia porterà sull'orlo del dissesto le più grandi banche francesi e tedesche esposte con i titoli di stato greci e non saranno più in grado di riavere i loro soldi. Ciò porterà ad una forte sofferenza, e forse anche qualche fallimento, nel sistema  bancario europeo che alimenteà una forte depressione dell'accesso al credito con riflessi potentemente negativi sulla stabilità dei governi i quali non saprannno più come riavviare la loro macchina economica e queste nazioni inizieranno a decadere come pil e profitti e con loro tutti gli indicatori economici saranno negativi compresa l'occupazione. La crisi si diffonderà rapidamente in tutta l'area Euro e la destabilizzerà dalle fondamenta. Le prime nazioni a farne le spese saranno quelle con i maggiori squilibri di finanza pubblica, quindi l'Italia, il Portogallo, l'Irlanda, la Spagna ma anche Belgio. I loro titoli del debito pubblico non verrebbero più acquistati o solo acquistati in parte determinandone il fallimento finanziario in quanto il fabbisogno di denaro per far funzionare la macchina statale verrebbe a mancare e, per sopperirvi, inizierebbero a stampare cartamoneta (in barba alla BCE) che avrà sempre meno valore fino all'implosione del sistema. Nel frattempo anche la Francia e la Germania entrerebbero in una crisi economica spaventosa e saranno accomunate da un identico destino per le seguenti motivazioni: a) le loro grandi banche contengono nella pancia due veleni a forti dosi e cioè i titoli del debito pubblico greco ed i titoli tossici, b) le loro industrie sono strettamente legate al sistema bancario ed entreranno in una doppia crisi: sia di tipo finanziario, sia di tipo industriale perchè la maggior parte della manifattura industriale dei due Paesi viene collocata in Europa, e una Europa in crisi non compra. Nel frattempo le manifestazioni popolari inizieranno a manifestarsi, dopodichè saranno le masse dei disoccupati a ingigantire tali manifestazioni che si trasformeranno in forti contestazioni al sistema politico ed ai loro rappresentanti con alcuni atti violenti. Siamo sull'orlo del precipizio e il ministro dell'economia partecipa alla "festa della zucca" con Bossi.
Poi ci sono da sentire i vari Gasparri, Lupi, la Bernini, il Cicchitto e l'Alfano che sorridendo, dichiara trionfalmente e scelleratamente che sono arrivati al milione di tessere e più parlano più si capisce quanto sono scarsi e lontani dalla realtà. Le solite frasi fatte che rivelano una incapacità profonda, dove non sanno cosa fare veramente se non curarsi di alcuni aspetti prossimi ai propri interessi e alla loro bella vita da padroni dello Stato.
Una realtà sospesa, quasi avvolta in un silenzio irreale ove il vociare, i rumori sono lontani, ovattati dall'approssimarsi di un destino che sa di uragano e di svolta con le sue vittime, il suo sangue, le  sue sofferenze, le sue ingiustizie. Un uragano a cui manca solo il nome per entrare nella Storia...perchè nella Storia è già dentro e Maria Antonietta continua a ordinare "cornetti" e frivolezze mentre il popolo.....