Vediamo
di essere più chiari. Stiamo parlando di Matteo Renzi.
Il
progetto prevede la scalata al PD mediante un programma aggressivo che va sotto
il nome di “rottamazione” il quale è stato messo a punto in modo tale che fosse
in sintonia con la maggior parte degli umori degli italiani, M. Renzi compreso.
Primarie
di coalizione: regolamento.
Renzi
riesce a strappare il doppio turno solo perché la nomenclatura del PD è sicura
che il proprio candidato, Bersani, vincerà al primo in quanto supererà la
soglia del 50%.
E
per la stessa presunzione della Direzione nazionale del PD che Renzi riesce a chiudere l’accordo facendo inserire
nel regolamento che anche al secondo
turno (eventuale) gli elettori sono sempre tutti coloro che liberamente
vogliono votare.
Quando
la nomenclatura incomincia a comprendere che Renzi inizia ad essere più
efficace di quanto loro non supponessero; quando iniziò, quindi, la campagna elettoral-propagandistica
dell’avversario che si rivolgeva anche all’elettorato di destra con una mossa
che riscosse successo per quanto fosse di per sé rivoluzionaria ed anche
azzardata e sensata al contempo(ma sapevano a priori che avrebbe avuto
successo); quando iniziarono a vederlo sempre più in televisione e di
conseguenza a leggere le sue forti dichiarazioni sui quotidiani nazionali e
non; quando notarono che si muoveva con scioltezza, determinazione e non era più
un “pieraccioni della politica”, ma che il ragazzo era migliorato non solo
perché aveva ben studiato storia, processi sociali, statistiche, economia e
quant’altro ma che sicuramente dietro di lui c’è uno staff di ottimo livello
sia politico che esperto di comunicazione ed anche tecnico-economico; il
politikboureau del PD iniziò a comprendere l’errore si sottovalutazione
commesso, anzi gravemente commesso e qualcuno si ritirò in anticipo. A questo
punto tentano di reagire cambiando il regolamento. Ed inventano, sconfortati
dalle proiezione demoscopiche, che al
secondo turno possono votare solo coloro che lo hanno già fatto al primo, salvo
casi documentati di impossibilità (loro sono buoni e giusti….). Al contempo stringono
un “patto d’acciaio” (sic!) con Vendola.
Difatti
le proiezioni demoscopiche davano primo il Bersani, ma non vincente, e al
secondo posto Matteo Renzi, non Vendola: e così fu.
Domenica
prossima ci sarà il ballottaggio Bersani contro Renzi. Il secondo invoca la
prima formula del regolamento e cioè che chiunque possa iscriversi ex novo ed
andare a votare, i secondi gridano che non si possono cambiare le regole tra il
primo ed il secondo tempo di una partita. Ieri sera c’è stato il confronto sulla
rete uno della Rai tra i due contendenti. Mai confronto fu più falso, aldilà di
alcune parole di cortesia che servivano all’uopo. Matteo Renzi non ha mai
scoperto il suo vero piano, anzi lo ha sempre coperto con attenzione e forse
con quella ipocrisia che lo fanno un politico astuto e difficile da sconfiggere
definitivamente.
Al
ballottaggio si sa già chi vincerà con le regole immutate e con le numerose ed
opportune dichiarazioni di Vendola che sceglie, ed implicitamente invita i suoi
a votare, Bersani.
Domenica
sera la competizione terminerà, ci sarà un vincitore che sarà il candidato
della coalizione di sinistra alle prossime elezioni politiche che vedono PD più
SEL vincenti a colpo sicuro. Il vincitore sarà, come tutti sappiamo, Bersani.
L’apparato del partito, anche se faticosamente, avrà vinto. I dinosauri
politici potranno tirare un sospiro di sollievo perché si perpetueranno ancora
una volta. La loro estinzione di massa è rimandata. La Bindi, lo stesso
Bersani, la Finocchiaro, Marini, Franceschini, Fassina, e dietro costoro tutti
gli altri del vecchio apparato nazionale, regionale, provinciale e le giovani leonesse dell’antimafia sia
quelle vere che quelle ricchissime e da salotto ecc… domenica sera tireranno un sospiro di
sollievo e rallegrandosene inizieranno ad immaginarsi già nelle stanze dei
bottoni del potere italiano.
Ma
siamo ancora al 29 novembre 2012, mancano ancora tre giorni al D-day. Oggi su
sei giornali, per la metà nazionali, c’era una inserzione a tutta pagina a
pagamento (spesa presunta 100.000euro) non firmata ma che si riferisce ad una
“associazione” sconosciuta con sede a Pistoia in una via e numero civico che
sembra essere la residenza dell’avvocato di fiducia di Renzi e che invita gli
italiani ad iscriversi per il ballottaggio mandando una e-mail di
“iscrizione”ai comitati provinciali elettorali. La fase uno del piano B è
iniziata.
Domanda:
lunedi 3 dicembre Matteo Renzi dovrebbe rientrare a Palazzo Vecchio in Firenze
e continuare a fare il sindaco di quella bellissima città italiana. . . e
dovrebbe dichiarare”Cari italiani è stato bello, ma è finita”. Ma vi sembra
verosimile? Dopo aver catalizzato quotidianamente la politica italiana per oltre un mese, dopo
essere stato una delle due grosse novità politiche da quindici anni a queste
parti, dopo che un milione di persone circa hanno votato per lui alle primarie,
dopo che ha riacceso passioni e speranze politiche vi pare che tutto ciò possa
finire? O che tutto ciò possa essere assorbito, digerito e riciclato
all’interno del PD in perfetto stile democristiano? O che, come desidererebbero
i dinosauri politici del PD, tutto si
sciogliesse per poi evaporare ed infine essere stato tutto ciò un ricordo e per
loro un incubo? La fase due prevederà un “contenzioso” ove il causus belli è
già in essere e che dovrà dar vita ad un nuovo soggetto politico, fase tre del
piano B, che si presenterà alle prossime elezioni politiche con la speranza di
ricevere molti voti dai delusi. Dai delusi del PD, del Pdl, dell’Udc, dell’IdV,
e di quella parte di elettorato che a tutt’oggi non andrebbe a votare e che
rimane il primo partito nelle attuali indagini demoscopiche. Il successo è
assicurato. Un partito dal 10 al 17% significherebbe che Bersani e Vendola non
andranno più a governare con il loro “patto d’acciaio”, ma rifletterebbero in
salotto bevendo una buona camomilla calda. D’altronde dietro Renzi non c’è
Renzi. . . solo.