"Rinascimento Italia" vuole essere un barlume di riflessione sui fatti politici e sociali, in un periodo storico che vede l'Italia in grave difficoltà e smarrita nel contesto globalizzato di questa era.

mercoledì 25 giugno 2014

L'Iraq non è mai esistita.

Da alcune settimane vengono riportate dai mass media di tutto il mondo ciò che sta avvenendo in Iraq.
"Bande di predoni arabi-musulmani assaltano villaggi e città in una vasta area desertica segnatamente circoscritta tra Siria e Iraq. Armati con armi leggere e trasportati da pick up, si spostano velocemente in una vasta regione arida che conoscono bene, ma ancor di più sanno perfettamente come comportarsi in simili climi. Sono sunniti, molti ex militari dell'esercito di Saddam Hussein, altri li hanno visti in ritirata provenire dalle recenti battaglie siriane." Potrebbe sembrare un report introduttivo di una sceneggiatura per un film, ma è tutto maledettamente vero! Da Aleppo a Bagdad, ecco il Califfato sunnita un sogno che si fa sempre più realtà. L'Iraq non è mai esistita è stata una invenzione degli inglesi nel periodo della prima guerra mondiale e poi al termine della seconda. Con la squadretta hanno tracciato i confini di un'area e di uno stato che storicamente non è mai esistito.Come si fa a mettere insieme curdi, sciiti e sunniti senza pensare ai potenziali attriti. Dividi e impera. Un comportamento politico  predeterminato, calcolato per poter trarre i maggiori vantaggi dalle debolezze di questi nuovi stati, infischiandosene che si semina un futuro di orrori per quei popoli.  Il grande Lawrence d'Arabia è stato tradito nel suo sogno romantico, se mai veramente ci sia stato, di una grande nazione araba.
Arriva Bush j. per peggiorare le situazioni. In nome di false prove invade l'Iraq del sanguinario e sunnita Saddam. Despota laico, alleato dell'ex Urss. Ma quest'ultima non esisteva più da circa quindici anni, nel mentre la vicina Iran, già alleata degli Usa ai tempi dello Scià di Persia, è gestita da una gerarchia teologica ortodossa e sciita. Senza ricordare la lunga e sanguinosa guerra, negli anni ottanta tra queste due nazioni, l'Iraq di Saddam si lancia, negli anni novanta, nell'avventurosa occupazione del Kuwait.Occupare l'Iraq con la scusa che Saddam avesse armi di distruzione di massa che usava per sterminare la popolazione curda nel nord del Paese poteva essere una buona scusa che nascondeva gli appetiti degli "amici del presidente americano" che volevano mettere le mani sui pozzi di petrolio iracheni, sempre assieme agli inglesi loro sodali, e dare vitalità alla industria militare i cui guadagni languivano sin dal tempo di Reagan e della fine dell'Urss. La corsa agli armamenti era finita da un pezzo e nuove guerre non ve ne furono oltre a quella balcanica. Questa dell'Iraq andava benissimo per un bilancio molto positivo e che oggi possiamo riassumere in circa 4000 morti americani e 7000 miliardi di spese militari. Gli americani col presidente Obama sono andati via dall'Iraq e il loro posto verrà preso dal Califfato e la confusione riprenderà più di prima e l'instabilità dell'area potrebbe infettare tutto il vicino oriente. Non si possono creare Nazioni tracciando, con perfidia, su una carta geografica stesa su un tavolo in una qualsiasi cancelleria europea, i confini con righello e matita. Questi inglesi hanno fatto troppe mostruosità. Il nuovo presidente indiano vuole cancellare la lingua inglese dagli atti pubblici dell'India. Non è solo una forma di nazionalismo, ma ancor di più un primo e chiaro segno di rigetto della cultura e della politica inglese-americana nel mondo.            

giovedì 12 giugno 2014

I mondiali di calcio e la nazionale.

Oggi vengono inaugurati i mondiali di calcio in Brasile. La partita sarà Brasile contro Croazia.
Quello che però appare strano rispetto alle edizioni precedenti è la sensazione che si ha. Una sensazione strana e non soddisfacente. Una sensazione mai avvertita prima, senza gioia, come di una sottile inquietudine. Non c'è festa per questi campionati mondiali di calcio. Per lo sport più seguito al mondo. Sembra quasi che qualcosa debba avvenire, qualcosa di grande e negativo. Eppure si gioca in una delle patrie del calcio moderno: il Brasile. Con tutto l'immaginario che questa nazione e la storia di questa nazionale evoca: dal grande Pelè alla spiaggi di Rio, dal calcio come festa e riscatto e passione al samba, al carnevale alla foresta amazzonica. Non c'è passione, si è freddi dovunque, in Italia, in Europa, in Brasile.Che strano.
Si ha sensazione che c'è qualcosa che non va...in Brasile e nel Mondo.  Il tecnico azzurro, Prandelli, si è è accordato per il rinnovo del contratto, 1,6 milioni di euro all'anno per due anni. Aumento di stipendio di centomila euro. Stipendio di platino per una attività di basso livello culturale e di scarso affaticamento fisico. Stipendio di platino per lo scarso impegno perchè nessuno pensa che andrà a timbrare il cartellino ogni mattina alle sette, o alle otto o al massimo alle nove e ne esce alle due, alle quattro o alle sei di sera. Uno stipendio quasi regalato è un insulto per tutti i lavoratori italiani, ma anche per tutti i "vagabondi" d'Italia. Ancor più "la presa in giro" della firma del contratto prima del "Grande Appuntamento" dei mondiali del Brasile, perchè comunque vadano i mondiali per lui andranno sempre bene. La regola che "prima mi fai vedere  cosa sai fare (ai mondiali) e poi parliamo di contratto" per lui non vale. La regola vale solo per i giovani italiani che cercano un lavoro a mille euro al mese (da laureati, con specializzazioni, con master con voti altissimi e curriculum invidiabili) quando va bene, con un contratto a tempo determinato per tre anni con rinnovo per cinque volte come ha voluto Renzi nel suo jobs act che non risolverà un bel niente. Cosa ne pensi, Matteo, di tutto questo? Viva l'Italia. Ma i mondiali  saranno una delusione.