"Rinascimento Italia" vuole essere un barlume di riflessione sui fatti politici e sociali, in un periodo storico che vede l'Italia in grave difficoltà e smarrita nel contesto globalizzato di questa era.

venerdì 29 marzo 2013

I folli di Brussell: la UE e Cipro.










Cipro è sull’orlo del fallimento. Una piccola nazione alla quale va tutto la nostra simpatia. Un’isola che ha incrociato la storia di tutte le attuali nazioni del Mediterraneo centro-orientale. Un Pil modesto e un debito modestissimo in termini asoluti, circa venti miliardi di euro.
Cipro è entrata nella Ue nel 2007. La relazione della Commissione che accompagnava il sì dell’eurogruppo all’ingresso di Cipro nella UE in riferimento alla condizione economica-finanziaria di uno Stato che già era lanciato nel’off-shore sentenziava che “il sistema finanziario cipriota in Europa” è “fattore supplementare”. Il responsabile del tempo per le questioni finanziarie ed economiche, il commissario spagnolo Almunia, vagheggiava un rigore con un rituale e banale consiglio in merito al “controllo della spesa pubblica e sanitaria”.
La BCE, cioè Jean- Claude Trichet, “raccomandava”a Cipro una riforma per la crescita e un controllo dei salari (meno soldi ai lavoratori) ed altre e varie amenità di prammatica ma facendo finta di non sapere la realtà delle banche cipriote e che i depositi in esse contenuti  erano di dieci volte superiore al Pil dell’isola e che le stesse banche non ponevano domande sull’origine dei soldi e che i depositi non erano tassati dal governo. Come può reggere un sistema finanziario di questo tipo? E’ impossibile già nel medio periodo. Come mai Cipro non è inserita nella black-list dei paradisi fiscali? Come mai la Gran Bretagna , il Lussemburgo e l’Austria non sono inseriti nella black-list?
Come mai , nel 2011, la cipriota Laiki Bank ha superato, con votazione eccellente,  lo stress-test  condotto dall’autorità bancaria europea e oggi quella stessa banca ha dichiarato il fallimento? Dov’è il marcio? O l’incompetenza? Propendaiamo per la prima ipotesi. Con questa gente il sogno di una grande e civile nazione europea naufragherà miseramente portando alla miseria morale, culturale ed economica tutto il continente.
Ma chi è stato mai il governatore della banca centrale di Cipro?
Athanasios Orphanides, celebre e vezzeggiato dal “sistema” con un  dottorato al Mit ed esperienza alla Federal Reserve, d’impostazione americana ha permesso al sistema bancario cipriota d’investire pesantamente in titoli di stato ellenici.
La soluzione che gli euro-commissari  hanno proposto a Cipro è quanto di più assurdo, stupido, banale, cattivo, dannoso si potesse ascoltare.
La Ue aiuterà l’isola con un modestissimo prestito di dieci mililiardi di euro ma in cambio vuole a garanzia un prelievo forzoso sui depositi bancari ciprioti che proprio oggi è stato stabilito nella misura di circa un terzo per i depositi superiori ai centomila euro.
Ma chi sono costoro che stabiliscono che i risparmi sono dei risparmiatori fino a che loro lo vorranno? Ma chi li conosce, come si permettono? Non posssono essere mai i nostri governanti perché non sanno governare e fanno danni  incalcolabili alla credibilità di una Europa alla quale stanno rubando il futuro.
Non è questa l’Europa che vogliamo, quelle delle quote latte, quella dei stresss-test fasulli, quella delle banche, quella che indica un ridimensionamento dei salari degli operai e non dei manager  e delle loro stoks-options, quella della tav inutile e costosa, quella dove tutto è regolamentato e multato, quelli della scuola delle chiacchiere belle, ma che tende a ridurre al minimo le capacità di analisi e di critica dei giovani, dove il bello difficilmente è arte ma al masssimo più vicino a novità tecno, dove la loro forza gli deriva più dal passato che dal presente e ancor meno dal futuro. Gli eurosciocchi di Brussell seppelliranno un grande sogno, d’altronde è l’epoca dei “nani e delle ballerine” al potere con tanta boria, dove una casta borghese si è dimenticata che un popolo è un essere vivente e non Pil, tabelle, statistiche, norme, ma sofferenza e gioia del vivere quotidiano .Una casta che non sorride mai con scioltezza, che non piange, che somiglia sempre più a viventi  robotizzti dalla burocrazia, dalla tecnocrazia, dove nascondere la loro pochezza, la mancanza di ricchezza di idee, di ideali, di forza immaginifica che riesce a indicare un futuro. L’Europa dovrà invertire la rotta o fallirà miseramente.  

giovedì 28 marzo 2013

Il Movimento 5 Stelle non può essere un problema per l'Italia.








Penso che Beppe Grillo ed il Movimento Cinque Stelle stiano compiendo un errore alquanto grave.
 Grave per  il loro stesso movimento dove stanno mettendo a rischio il loro futuro politico. Grave per il futuro dell’Italia.
 In Italia, nel 1993, Mariotto Segni aveva in mano il biglietto vincente della lotteria politica e molto maldestramente non l’ha saputo usare.
Intorno al 1980 Steve Jobs e socio si accingevano a lanciare su scala planetaria una vera rivoluzione:  le icone. Inventarono il facile e intuitivo Mac. Ma fecero un errore colossale. Anche loro avevano in mano il biglietto della lotteria mondiale dell’informatica ma lo persero maldestramente.
Mi sembra che il M5S stia commetendo lo stesso tipo di errore.
L’errore è comune in tutti e tre i casi: quello di credersi forti a tal punto da escludere tutti, creando così un autoisolamento orgoglioso, saccente, egoistico, che li ha portati e che porterà il M5S al loro stesso disastro.
Il M5S dimostra di guardare esclusivamente agli affari di casa propria, cioè al proprio progetto che delinea il percorso di una occupazione esclusiva del potere. Gli italiani non potranno perdonarli per  essere stati la causa del fallimento, in questo momento di gravissima difficoltà, del tentativo di dare un governo al Paese.
Non si viene eletti per mettere a disposizione del proprio movimento politico la delega parlamentare del popolo italiano ma per proporre e realizzare le giuste politiche che permettano lo sviluppo civile della nazione. Il partito o movimento  deve rappresentare il mezzo e non il fine della propria attività politica. Diversamnete il partito o il movimento diventa un pericolo per la nazione.
Perché non accettano di confrontarsi con i problemi del Paese sulla base di un accordo di programma con il PD? La  preparazione dei deputati e senatori del M5S non è mediamente esaltante. Sono più “frustati che preparati” e non sono dei “preparati e frustati” . Certamente sono animati da buone intenzioni, che in politica non sono mai state sufficienti, che andranno sicuramente a cozzare con i problemi concreti  e come per  tutti i movimenti c’è, invece, il rischio che al loro interno vi siano interpretazioni diverse, diaspore, invidie, tradimenti, scissioni, venduti e qualche opportunista. Questo secondo tempo del M5S è da poco iniziato…vedremo.







martedì 5 marzo 2013

L'Italia e i prossimi Presidenti di Repubblica e del CdM.





La gara politica a chi perde di più l'ha vinta Berlusconi ed il suo partito: - 6.000.000 di voti. E pensano di aver vinto...o quasi!
Bersani e la sua coalizione ha vinto perchè ha perso di meno...ma deve baciare il porcellum, altro che smacchiare il leopardo. Sono "solo" 3.000.000 i voti persi.
Chi ha raccolto quei voti? M5s ha vinto, è il primo partito in Italia, ma stia attento a non perdere...troppi dilettanti allo sbaraglio. Ciò è stato dimostrato dai primi due eletti a cariche istituzionali come i capigruppo di Camera e Senato. Lui, Crimi, ha arrischiato imprudentemente di delineare in modo netto, anche se in forma indiretta, scenari di governi prossimi venturi. Lei, la Lombardi, si è incartata in giudizi su un periodo della storia italiana delicatissimo, quello del fascismo...e ha sbagliato scioccamente. Che continuino, comunque, con realismo, un pizzico di utopia, un soffio di fantasia, una robusta dose di ottimismo nelle proprie idealità e una secchiata di freschezza.
Bersani farà il Presidente del Consiglio dei Ministri? No!
In Puglia il primo dei perdenti è Vendola, il suo Governatore...ma non si vantava sempre di aver ben amministrato? Ma in sostanza ha finito la sua carriera politica. I partiti personali, come il suo, come quelli di Fini, Di Pietro, Ingroia e Casini non servono all'Italia, sono finalmente finiti. In Italia durano massimo venti anni...ma con la forza di una dittatura.
L'uomo emergente è sicuramente Renzi Matteo, che propone un copione molto diverso rispetto a quello di Vendola.
Chi sarà il prossimo presidente della Repubblica? Chi è colui che ha esperienza politica, che conosce bene l'amministrazione dello Stato, che sa bene quali sono i doveri, i poteri, e i limiti del Presidente della repubblica italiana, che abbia equilibrio e calma, di grande cultura ed esperienza legislativa, riconosciuto universalmente come soggetto onesto e uomo delle istituzioni nazionali?  Stefano Rodotà!
Stefano Rodotà ha ancora un' altra grande caratteristica: sa apprezzare i giovani, ha fiducia nei giovani, ama i giovani da sempre, ha sempre cercato di ben educarli nelle sue lezioni universitarie oltre che a formarli professionalmente. Un ottimo elemento di congiunzione tra il "passato buono" ed il "futuro buono".

Dalle ore 20 del 28 febbraio 2013







L’addio a Papa Benedetto XVI.
Oggi, 1 marzo 2013, Benedetto XVI non è più il Papa della Cristianità Cattolica Romana. L’Ecclesiae non solo dovrà eleggere un nuovo Papa, ma il Papa del rilancio della stessa Chiesa. Occorrerà, in Conclave, fare una attenta analisi sulla mancanza di incisività del messaggio cattolico nel Mondo (fatta eccezione per poche isole minoritarie) non solo di quello di Papa Benedetto XVI, ma specialmente di quelli di Papa Giovanni Paolo II.
Per trenta anni la catechesi papale si è portata fuori dalla realtà in movimento del Mondo moderno. Ha solamente pontificato, giudicato, inquisito (vedi il duro ostracismo agli eretici della “teologia della Liberazione” e del teologo, già amico in anni giovanili di Ratzinger, Hans Kung) .
Papa Wotila si è trovato, all’inizio del suo pontificato, con le casse vuote da una parte e con la sua forma eccellente data dall’ ancora sua giovane età (relativamente all’incarico) dall’altra. Chi poteva mai rinsanguare le casse pontificie ridotte a zero anche e forse soprattutto dalla spericolata gestine Marcinkus? (Da ricordare l’intreccio di quegli anni tra il banchiere dello Ior, Calvi e quest’ultimo con Sindona).
Chi aveva una quantità di denaro tale da finanziare un papato che già nelle intenzioni voleva essere itinerante e quindi costosissimo,quanto fortemente e ottusamente chiuso al cambiamento? Cocciuto nel voler incessantemente, per oltre vent’anni, giudicare tutti e innalzare il primato non solo religioso ma anche morale della Chiesa. Tutto ciò hafunzionato solamente  nel primo periodo, quello di passaggio dal vecchio ordine mondiale bipolare che ha visto, dopo la caduta del sistema comunista sovietico e dei suoi satelliti, l’apertura di un mondo nuovo chiamato globalizzazione da una parte e di internet dall’altro al quale né quel Papa ne altri all’interno di quella Chiesa erano pronti a misurarsi e a rispondere adeguatamente.
L’Opus Dei era l’unica congregazione cattolica che avesse a disposizione tanto denaro da poter finanziare non il Vaticano, ma quel Papa e le sue azioni. D’altronde la ferma ortodossia dell’Opus Dei coincideva con quella del Papa polacco. Ed ecco, allora, l’allontanamento  del cardinale Martini dalla Curia verso l’Arcidiocesi di Milano, un vero e proprio esilio dal quale il cardinale non è mai più tornato. Un Cardinale “pericoloso” sia per le sue idee “diverse” che per il prestigio di cui godeva che certamente non potevano essere tollerati da un Papa autoritario  come Wotila. Ma anche un Cardinale “concorrente” all’Opus Dei in quanto Martini era un gesuita di alto rango. Quindi Navarro Vals fu nominato quale portavoce del pontefice e responsabile della comunicazione vaticana. In realtà era il braccio sinistro del Papa che a sua volta veniva “aiutato” nel magistero della Chiesa. A braccio destro fu chiamato un giovane vescovo-teologo di nome Ratzinger che abbandonò da tempo e per tempo le sue idee “progressiste” di quando varcò, da semplice prete, ma da giovane e promettente teologo, la porta sacra della basilica di San Pietro per entrare nel Concilio Vaticano secondo al seguito del suo mentore il vescovo di Monaco di Baviera e si convertì ad una teologia rigidamente chiusa al mondo…un mondo che conobbe assai poco al contrario del Papa polacco.
Il papato di Wotila si caratterizza per un governo dal pugno di ferro. Chi non è con lui è sicuramente contro. Molti si schierano dalla sua parte senza convinzione ma per opportunismo, l’ala più radicale e conservatrice è con lui per convergenza di impostazioni dottrinali, un’altra parte per dispetto e per vendetta e solo una minima parte tace ma  viene relegata ai normali uffici…vedi i gesuiti e altri ordini. Vengono nominati grandissime quantità di beati e di santi e certamente non poteva mancare di salire agli onori della santità il fondatore dell’Opus Dei. Questi costruirono a Roma una ricca basilica intitolata al loro santo ed insediarono il loro cardinale-prefetto della congregazione e potente uomo di curia, spagnolo certamente.
Ma papa Wotila costruì anche le condizioni ferree per la sua successione e la elevazione di Ratzinger al soglio pontificio dopo la sua morte. Voleve che quella sua impostazione continuasse ancora per anni come un prolungamento di  sé o della sua ombra nella sua cocciutaggine e ostinazione.
Papa Ratzinger inaspettatamente, non molto tempo dopo la sua elezione, sfratta quelli dellOpus Dei dal Vaticano e affida ad un salesiano la segreteria di stato e proprio ad un gesuita, padre Lombardi, viene affidato quello stesso posto che fu di Navarro Vals l’uomo dell’Opus dei. Quasi uno schiaffo. D’altronde i due ordini sono entrambi spagnoli e conconcorrenti. E dove lo mettiamo il cardinal Sodano che sperava di restare nel suo altissimo incarico di segretario di stato visto che per venti anni ha lavorato per il papa polacco insieme al responsabile dell’ex san’Uffizio card. Ratzinger ora Papa?
Tutto sovvertito e non certamente per capriccio da questo silenzioso, timido e potente pensatore che è il papa tedesco. La fronda è articolata e agguerrita. Da una parte l’Opus dei e dall’altra Sodano e tutta quella parte della Curia e dell’episcopato italiano che fa a lui riferimento circondano il Papa ed il cardinale Bertone.La lotta sotterranea è dura e continua, viene coinvolto persino il maggiordomo del Papa il quale viene convinto a fare la spia ed a sottrarre documenti dalla scrivania del pontefice e passarli alla parte avversa. Lo Ior viene messo nelle mani di Gotti Tedeschi che non sembra essere proprio in odore si santità monetaria e viene rimosso ed al suo posto viene nominato un tedesco di fiducia del papa e non di altri. Come mai scoppia il caso Boffo? Per caso? Chi ha passato le infomazioni a quel giornale?
Troppo stress, troppa tensione, continua. Gli anni passano, il Papa invecchia e le forze vengono meno e si riducono quasi al minimo. La riflessione ha bisogno di calma e tranquillità rispetto alle faccende di potere, ai problemi, tanti, delle varie parti del mondo e poi c’è  una questione vecchia, quanto annosa e delicata, dei preti pedofili che va denunciata e repressa con forza. Ma tutta questa  fatica non produce svolte, non si riesce ad incidere, gli scandali incombono e vanno smontati, gestiti con attenzione. Il Vaticano non è più l’occhio del Mondo, ma un vortice sempre più spiralizzato di lotte intestine di potere e di scandali. Ecco perché il Papa si è dimesso. Perché con le residue forze, sia fisiche che di “truppa”, non poteva più far fronte e sarebbe stato costretto ad arrendersi senza condizioni…ma essendo sempre un tedesco ha preferito dimettersi e sperare in un nuovo papa che emerga da quella parte, la gran parte, del mondo cattolico rappresentato da cardinali  onesti e sinceramente lontani dalle vicende curiali di una Roma vaticana in cui troppi e brutti aspetti secolarizzanti si sono appropriati di coloro che dovevano invece esorcizzare.
Adesso si tratta di eleggere il nuovo Papa. I”cattivi” possono iniziare le grandi manovre, ma i “buoni” che da tutto il mondo confluiranno nella Cappella Sistina conoscono molto bene i primi e nel silenzio dell’urna sapranno eleggerne uno di loro capace, preparato e moderno. I”cattivi” sono di un altro mondo, né di quello celeste, né di questa nostra Terra. Lo squallore non ha patria!