La Scozia e la sua voglia di indipendenza.
Oggi, giovedì 18
settembre 2014 alle ore 21.40, La Scozia sta ancora votando per la sua
indipendenza. Alle 23 si chiuderanno le urne e inizierà lo spoglio. Uno spoglio
che vedrà contrapposte due visioni diverse del futuro. La prima, quella che
vota per il NO si potrebbe definire di tipo “integralista”, perché vogliono continuare
ad essere integrati nella Gran Bretagna condividendone il destino. La seconda,
quella che vota YES, la definirei di tipo “indipendentista” in quanto vuole
essere libera del proprio destino senza che questo sia deciso da altri e in
altri posti se non in Scozia.
Il risultato, dicono un po’ tutti, è incerto. In Italia
tutti i mass media, tv e giornali, si sono schierati dalla parte del NO.
Elencano i problemi, che giudicano “gravi”,
che ci saranno nel caso in cui vincessero i SI e mai hanno elencato gli aspetti
positivi per la Scozia come se questi non esistessero.
La vittoria degli indipendentisti darebbe grande incoraggiamento ai casi della
Catalugna e dei Baschi in Spagna, delle Fiandre in Belgio e persino della
Baviera. I problemi sarebbe gravi per la nuova Scozia: quale valuta, dentro o
fuori dalla UE, dalla Nato. Queste motivazioni sono pretestuose, sciocche e
maliziose.
La Vittoria dei SI ci sarà, malgrado siano scesi in campo
per il NO gli USA, La Ue, famosi uomini di sport, i grandi trust finanziari e
industriali.
Ma perché mai gli scozzesi non dovrebbero cogliere questa
grande occasione storica? Perché non dovrebbero essere indipendenti? Perché non
dovrebbero avere il piacere e la responsabilità di progettare il proprio futuro
come fanno tutte le altre nazioni del mondo, GB compresa? Perché dovrebbero
avere paura e continuare ad essere degli aggregati, dei sudditi quando essi,
gli scozzesi, possono essere dei cittadini.
La Scozia attuale ha tutte le condizioni sociali, economiche
e politiche per poter essere una nazione senza correre rischi né economici, né politici,
né sociali. Economicamente è la regione d’Europa con i migliori risultati
grazie ai grandi proventi del petrolio e del turismo. Socialmente non vi sono
tensioni di alcun genere ed uno stato sociale alquanto buono…malgrado le leggi
inglesi. Politicamente non vi sono estremismi e il partito che quasi da sempre
risulta vincitore è quello laburista il quale è una garanzia per tutti gli
scozzesi . Cosa che non sono né i governi conservatori di Cameron, né sono
stati quelli passati anche se laburisti (per modo di dire) di Tony Blair.
Voglio dire che gli scozzesi da decine di anni sono di opinione diametralmente
opposta a moltissime politiche londinesi.
La vittoria dei SI rappresenterà:
-una gravissima sconfitta ed una conseguente menomazione
territoriale, culturale e di immagine per la Great Britain che sarà molto poco
Great. Una sconfitta che non perdonerà e segnerà negativamente ciò che rimarrà
della GB. Una sconfitta politica ma che paradossalmente vedrà una grande
menomazione territoriale come se fosse stata una sconfitta in una guerra. Si
vuole ricordare che la GB non perde una guerra da secoli, grossomodo dalla fine
della guerra dei cento anni.
-una sconfitta per la UE. Per una Europa lontana anni luce
dai popoli da molti anni. Che s’impegna da una parte a favorire i trust
finanziari e industriali a scapito dei quasi 300 milioni di cittadini europei
che lavorano e s’impegnano quotidianamente, e dall’altra ci riempiono di norme e
regolamenti che stanno limitando gli spazi di libertà e i diritti fondamentali.
-una sconfitta degli USA in politica estera, l’ennesima. La
Scozia, a differenza della GB, non rappresenta un alleato sicuro e complice di
tutte le malefatte degli USA nel mondo, tutt’altro.
La Scozia come nazione non dovrà mai entrare nella UE e
quindi non dovrà mai adottare l’euro e non dovrà entrare mai nella Nato, perché
non avrà vantaggi, anzi si evita per il futuro grandi disgrazie.
Perché i giovani dovrebbero votare per il NO? Loro saranno
quelli che faranno vincere il SI, con il loro idealismo, immaginando una
nazione come una casa dove hanno le chiavi e non devono chiedere il permesso a
qualcuno, né devono ubbidire sempre a quel qualcuno che per loro non è un
parente, né un amico, ma un estraneo…da trecento anni.