1 Maggio festa del lavoro, dei lavoratori o dei sindacati?
Probabilmente tutte e tre le cose insieme....tranne che possa, oggi, essere una festa. L'unica cosa che non è vera, reale e che può essere una festa. Perchè?
Perchè bisogna dire chiaro e tondo e una volta per tutte che il fallimento dei Sindacati Cisl, Uil e Cgil (innanzitutto) è evidente, totale.
Tutto inizia col primo governo Prodi. Forse pochi ricordano le leggi che "disciplinavano" il diritto di sciopero, leggi che tendevano a "non disturbare il manovratore". Il manovratore ex Pci allora Pds, non poteva essere disturbato da scioperi nella tanto a lungo agognata presa del potere. Le pessime iniziative di un governo definito da più parti di destra che più di destra difficilmente si poteva non poteva essere disturbato dai lavoratori scioperanti, dai Sindacati, di consegurnza dalla stampa che ne riportava le idee, la propria contrarietà, la propria pressione appassionata, sincera e genuina quando sono i lavoratori e solo loro a portare avanti giuste rivendicazione dettate dal vivere quotidianamente e sulla loro pelle di incongruenze se non di ingiustizie. Ebbene in quel periodo non ci furono scioperi contro i lacci ed i lacciuoli che quei governanti stavano tessendo. Non ci fu un segretario confederale di Cgil, della Cisl o della Uil a gridare al "golpe" antisindacale, allo scempio che si stava facendo delle norme che regolamentavano lo sciopero ed il diritto a scioperare, a manifestare contro ed al contempo a manifestare le proprie proposte. Diritti costati cento anni di sacrifici ed a volte di sangue. Quello stesso governo di sinistra Prodi-Dalema-Amato, quella negativa stagione che votava privilegi non confessati ai lavoratori ove ex Presidenti della Repubblica diventavano "emeriti" con tanto automatico ufficio di rappresentanza e sgreteria, auto blu ed altro...e altro ancora. Non parliamo delle tasse come l'Isi, poi Ici, come l'Irap. Tasse sulle case, tasse sulle imprese già abbondantemente tassate...e nessuna legge sul "conflitto d'interesse".
Tornò il Governo Berlusconi che propose una riforma delle pensioni. In pensione a 70 anni! Un mio amico di allora che svolgeva l'attività di fisioterapista esclamò: "...ma a quella età sono io che avrò bisogno della fisioterapia e non che io vada a farla agli altri...e con quale forza a quasi settanta anni" .
Già, Berlusconi, Tremonti e gli altri del governo non hanno gli stessi problemi dei lavoratori, dei dipendenti che non possono lavorare fino a settanta anni per riposare altri dieci, se la vita media era di ottanta anni.
I sindacati si svegliarono e fecero scendere in campo oltre un milione di cittadini della Repubblica in una manifestazione storica tenuta a Roma. Fu l'ultima volta. In questi ultimi dieci anni Cgil, Cisl e Uil sono andati in ordine sparso secondo i propri calcoli e interessi. Nel frattempo erano state varate leggi che precarizzavano il lavoro, aumentantone enormemente la possibilità di sfruttamento selvaggio. Specie a svantaggio dei giovani. Chi non si ricorda i "sapienti" dei DS che pontificavano, secondo governo Prodi, il futuro dei giovani. "....I giovani devono capire che il futuro è fatto di tanti lavori. Nella carriera lavorativa devono vedersi licenziare o dimettersi almeno dieci-venti volte. Questo è il futuro". Il posto fisso non è buono, non è moderno. Essere in realtà precari per sempre. Quindi senza certezze. Difatti avevano già creato gli Lsu e, non contenti, gli Lpu. Questi si erano illusi di poter passare, quasi automaticamente, nel pubblico impiego. Ci sono riusciti in pochissimi. Forse i super raccomandati? Ancora oggi sono lì, "precari stabilizzati" . Che contraddizione nei termini, quanto reale contraddizione di una Italia pessiammente amministrata.
Da quei tempi i salari dei lavoratori sia privati che del pubblico impiego, grazie agli accordi sottoscritti da questi sindacati, perdevano ogni anno potere d'acquisto. Negli ultimi trenta giorni siamo stati sommersi dai dati statistici in merito al mondo del lavoro negli ultimi venti anni. I lavoratori sono più poveri di venti anni fa. Gli stipendi tra i più poveri d'Europa...uno spagnolo guadagna di più. La politica di questi sindacati non ha mai favorito il lavoro, ma solo e stentatamente, chi il lavoro l'aveva. I giovani ...zero! Loro non erano ancora lavoratori. E' spuntato un altro sindacato: l'Ugl. Vogliamo fare la conta dei tesserati? Oppure delle tessere?
Qual'è la quota dei pensionati quali iscritti nei sindacati e quanti di questi sanno di essere iscritti e di pagare, sulla loro pensione, la quota d'iscrizione? Quali sono i privilegi dei sindacalisti che piano piano, in questi tanti anni si sono ritagliati? Un segretario generale, una volta eletto, è riuscito persino a laurearsi. Chissà dove avrà trovato il tempo e la forza di studiare tanto ogni giorno per almeno sei ore per potersi laureare in quattro-cinque anni. Oppure di questi tempi le lauree si hanno con meno, molto meno impegno rispetto ai miei tempi?
Eppure organizzano una costosissima festa. Sembra che quest'anno sia stata più costosa del solito considerato qualche polemica emersa a livello giornalistico con il sindaco di Roma, Alemannno.
Festa. Ma quale festa. Musica e parole di schierati, tra tanti luoghi comuni, concetti scontati, molta retorica.
Sul palco avrei messo una grande orchestra sinfonica e coro. Quella di Santa Cecilia, siamo a Roma, sarebbe stata ottima. Ci sono brani che fanno molto riflettere sulla condizione in cui ci si trova. Ad esempio il Requiem di Mozart. Oppure quello di Verdi se si vuole essere nazional-popolari. Uno Stabet Mater. L'incipit della settima sinfonia di Beethoven oppure l'aria iniziale della quinta di Mahler.
Nessuno in Italia possiede uno spirito antipolitico. Gli italiani credono nei partiti e nei sindacati. Non credono più negli uomini che gestiscono i partiti ed i sindacati e di conseguenza l'Italia e loro stessi: gli italiani. Perchè questi non chiedono altro che essere italiani, essere messi in condizioni d'essere italiani. Perchè gli italiani sono: ottimi! Non mediocri o peggio ancora approfittatori se non ladri.