"Rinascimento Italia" vuole essere un barlume di riflessione sui fatti politici e sociali, in un periodo storico che vede l'Italia in grave difficoltà e smarrita nel contesto globalizzato di questa era.

martedì 24 marzo 2015

Lo sciocco Poletti

L'uscita di ieri del ministro Poletti sulla scuola affermando che tre mesi di vacanza sono molti ha suscitato una certa indignazione.Vorrei chiedergli di quando lui era studente. Se i tre mesi di vacanze estive gli sembravano troppi. A noi sembravano giusti. Si desiderava il mare, il sole, ombrelloni, tuffi, calate.Il Poletti si dovrebbe ricordare qualche passeggiata  nella bassa o sulle colline dell'Imolese, con gli amichetti e le amichette. Tutti in bicicletta. Sotto il sole. Ministro, si ricorda le lunghe chiacchierate serali che non finivano mai, le risate, le burle con la solita "truppa". Che ricordi! Che bellezza quell'età briosa che dava il meglio di sè in estate e l'estate era la più bella stagione dell'anno e non si vedeva l'ora che arrivasse. Che ritornassero gli amici o le amiche, nel vociare e nella gaiezza tipica della gioventà...o lei ministro Poletti non è mai stato giovane? O se lo è stato forse, in questa età avanzata che vive, l'ha colpita un colpo di senescenza? Oppure ha voluto fare l'eco a Renzi che il giorno prima ha affermato lo stesso concetto? Ma non si vergogna? Penso di no, viste le sue frequentazioni, almeno quelle con cui lei va, in alcune occasioni, al ristorante. Poteva almeno affermare che le vacanze scolastiche vanno distribuite diversamente, come avviene in molte nazioni europee. Si ricorda al ministro che in Germania i giorni di vacanza sono di più che in Italia e distribuiti diversamente. Ma questo argomento è un falso problema. La scuola è ben altro. O meglio quella che voi non affrontate...e meno male, visto che la vostra "buona scuola"  noi la intendiamo come la "scuola cattiva". La riforma della scuola è necessaria per migliorarla, non per peggiorarla. I giovani italiani devono essere messi in condizione, dalla scuola, di sentirsi uomini liberi  nell'esercizio della loro autonomia esistenziale sia essa religiosa, politica, professionale, famigliare e sociale. Liberi di pensare e di esprimersi liberamente e gli insegnanti devono liberarli dall'ignoranza, mentre altri vorrebbero che pensassero con il pensiero unico. 
Ma la sua uscita, ministro, vuole essere anche una manovra diversiva rispetto a problemi scottanti di questa settimana non favorevole al Governo, quali lo scandalo al Ministero delle infrastrutture, la mancanza di una politica industriale che la vendita di Pirelli ai cinesi mette drammaticamente in evidenza, il pagamento dell'IMU agricola entro la fine di questo mese che darà un colpo mortale a molte aziende agricole specializzate che sono il fiore all'occhiello della nostra agricoltura e della produzione agroindustriale italiana. Ci state amareggiando. Siamo stanchi di voi e della vostra politica che ci uccide. Riflettete, se avete ancora un pò di coscienza! E rifletta, ministro, se lei è un uomo oppure un caporale. La scuola agraria dove si è diplomato in quel di Imola le avrà pur insegnato qualcosa. La scuola insegna a non essere caporali, ma uomini, ma non è questa la scuola che vuole Renzi.  


lunedì 23 marzo 2015

Cesarismo.



      L’affaire Lupi, non indagato dalla magistratura, ha richiamato all’attenzione dell’opinione pubblica italiana anche il comportamento del Presidente del Consiglio.
Il Ministro si è dimesso. Ha ceduto alla pressione mass mediatica, non tanto dell’opinione pubblica. Renzi, però, non ha difeso il suo ministro e questo equivale ad un siluramento. Non è vero che non gli ha chiesto le dimissioni. Il silenzio è un chiaro messaggio di abbandono ed una richiesta di dimissioni nel contesto di un chiaro calcolo politico. Dopodiché, a dimissioni rese in aula parlamentare, esprime la propria solidarietà all’ex ministro. Il PD ha tenuto un profilo così basso che è sembrato il comportamento tipico del Giuda di turno. Tutti i suoi esponenti  hanno rifuggito i giornalisti, le interviste. La settimana prima facevano a gara per apparire in Tv e rilasciare dichiarazioni ai giornali.

Nel frattempo Landini, Segretario Generale della Fiom, sente l’esigenza di politica e lancia la sua “coalizione sociale”. Egli è convinto che l’Italia abbia imboccato una strada pericolosa per la democrazia ed il benessere sociale. La risposta di Renzi arriva immediatamente ed annuncia, sabato 14 marzo, nuove regole per i sindacati. Una riforma sulla rappresentanza, che sarà, è facile pensarlo, un tentativo di limitare al massimo l’azione delle rappresentanze intermedie come i sindacati, i partiti politici ed altri attori che hanno fatto la storia della democrazia in Italia ed in Europa.
 Giorno 18 marzo, mercoledì, scoppia una violenta “polemica” tra l’ANM ed il Premier. Il rappresentante dei magistrati accusa il Governo di dare “carezze ai corrotti” ed  “i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati”.  Stasera nella trasmissione "Piazza Pulita" il rappresentante dell'ANM ha ribadito il suo pensiero senza retrocedere di un millimetro.
 La minoranza del PD, il 20 marzo,  si autoconvoca e D’Alema accusa Renzi di gestire il partito con “arroganza” e su questo sono tutti d’accordo.
Nel frattempo i candidati renziani  perdono le primarie a Venezia, vince  Casson  e in Campania dove si afferma  il Sindaco di Salerno De Luca. 
Ad un anno di Governo Renzi il bilancio è un forte chiaro-scuro….come il suo Premier! La riforma del Senato da lui proposta serve ad eliminare un Senato che conta quanto la Camera dei deputati, perché con una sola Camera è più facile governare e controllare. La seconda grande riforma su cui punta il Renzi, è quella della nuova legge elettorale. Chiaramente dettata dalla volontà di eleggersi i propri rappresentanti in Parlamento. E? una proposta perversa e devastante. Perversa perché chi decide chi debba rappresentare il Popolo Italiano non sono gli italiani ma i capi partito nominando gli eletti futuri che devono rendere conto non più agli italiani perché non hanno avuto la possibilità di nominarli, ma dovranno rendere conto solo al proprio capopartito. E’ una legge devastante per la partecipazione democratica in quanto il popolo subirà di tutto e avrà le mani legate fino a quando non ricorrerà alla violenza quale atto unico per liberarsi dal cappio stretto e soffocante di questa “putinizzazione” dell’Italia. Comunque è una legge chiaramente incostituzionale. Ed è questo che tradisce le vere intenzioni di Renzi che pur sapendolo, continua ed insiste a volerla approvare con l’appoggio di B. che ha venduto il partito per i propri interessi.
Ecco che B. vuole le torri di trasmissioni della Rai. R. è costretto a rispondere che non si vendono e guarda caso, pochissimi giorni dopo, l’elicottero di R. è costretto ad un atterraggio di emergenza adducendo al cattivo tempo e non ad un guasto come da subito si era detto.
L’inizio del secondo anno di governo si caratterizza dalla seconda ondata di riforme che tendono al controllo della nazione, nella maniera più classica, ma anche più efficace. Il controllo della scuola e della Rai.
Della “Buona scuola” lanciata da Renzi c’è la peggiore proposta che ci rimanda al fascismo. La sua proposta di far sì che siano i Dirigenti scolastici a scegliere il corpo insegnante ci rimanda ad un metodo di scuola privata e non pubblica. Questo nel metodo. Nel merito egli tenta il controllo della scuola e delle generazioni future. Ecco come. Il premier nomina e gestisce il Ministro della P.I., questo a sua volta, sta succedendo da oltre dieci anni grazie all’assurda riforma Berlinguer, nomina e gestisce i Direttori Regionali i quali a loro volta gestiscono i Dirigenti scolastici che li spostano e li mandano a dirigere scuole in ogni dove nella propria regione. Perciò i Dirigenti scolastici, per non essere mandati a dirigere un istituto scolastico posto dall’altra parte della Regione rispetto alla loro residenza, oppure per non perdere l’accesso a contributi e tanto altro ancora, obbediscono al Direttore Generale. Ultimo anello ancora mancante riguarda il rapporto tra i Dirigenti Scolastici e il corpo docente il quale è ancora libero nella loro professionalità e docenza. Con la riforma proposta da Renzi ai docenti verrebbe messo il “morso” in quanto, de facto, perderebbero la libertà d’insegnamento se essi venissero scelti dai Ds, che a loro volta obbediscono e non vogliono corrucciare i Direttori Scolastici regionali, che a loro volta non possono assolutamente contraddire le indicazioni del Ministro, che a sua volta obbedisce alla linea politica del Premier che l’ha scelto apposta per questo incarico. 
La seconda grande riforma proposta da Renzi è quella della Rai. Egli vorrebbe un amministratore unico nominato dal Premier e di un consiglio di sorveglianza che non ha alcun potere. Anche questa struttura è tipica dell’impresa privata e non pubblica laddove si ha la netta sensazione che sia il premier il proprietario della Rai e non il Popolo Italiano. Il controllo dell’informazione è fondamentale, ma solo nelle Repubbliche delle banane.
Ave Cesare!