Ma la sua uscita, ministro, vuole essere anche una manovra diversiva rispetto a problemi scottanti di questa settimana non favorevole al Governo, quali lo scandalo al Ministero delle infrastrutture, la mancanza di una politica industriale che la vendita di Pirelli ai cinesi mette drammaticamente in evidenza, il pagamento dell'IMU agricola entro la fine di questo mese che darà un colpo mortale a molte aziende agricole specializzate che sono il fiore all'occhiello della nostra agricoltura e della produzione agroindustriale italiana. Ci state amareggiando. Siamo stanchi di voi e della vostra politica che ci uccide. Riflettete, se avete ancora un pò di coscienza! E rifletta, ministro, se lei è un uomo oppure un caporale. La scuola agraria dove si è diplomato in quel di Imola le avrà pur insegnato qualcosa. La scuola insegna a non essere caporali, ma uomini, ma non è questa la scuola che vuole Renzi.
"Rinascimento Italia" vuole essere un barlume di riflessione sui fatti politici e sociali, in un periodo storico che vede l'Italia in grave difficoltà e smarrita nel contesto globalizzato di questa era.
martedì 24 marzo 2015
Lo sciocco Poletti
Ma la sua uscita, ministro, vuole essere anche una manovra diversiva rispetto a problemi scottanti di questa settimana non favorevole al Governo, quali lo scandalo al Ministero delle infrastrutture, la mancanza di una politica industriale che la vendita di Pirelli ai cinesi mette drammaticamente in evidenza, il pagamento dell'IMU agricola entro la fine di questo mese che darà un colpo mortale a molte aziende agricole specializzate che sono il fiore all'occhiello della nostra agricoltura e della produzione agroindustriale italiana. Ci state amareggiando. Siamo stanchi di voi e della vostra politica che ci uccide. Riflettete, se avete ancora un pò di coscienza! E rifletta, ministro, se lei è un uomo oppure un caporale. La scuola agraria dove si è diplomato in quel di Imola le avrà pur insegnato qualcosa. La scuola insegna a non essere caporali, ma uomini, ma non è questa la scuola che vuole Renzi.
lunedì 23 marzo 2015
Cesarismo.
L’affaire Lupi, non indagato dalla
magistratura, ha richiamato all’attenzione dell’opinione pubblica italiana
anche il comportamento del Presidente del Consiglio.
Il Ministro si è dimesso. Ha ceduto
alla pressione mass mediatica, non tanto dell’opinione pubblica. Renzi, però,
non ha difeso il suo ministro e questo equivale ad un siluramento. Non è vero
che non gli ha chiesto le dimissioni. Il silenzio è un chiaro messaggio di
abbandono ed una richiesta di dimissioni nel contesto di un chiaro calcolo politico. Dopodiché, a dimissioni rese in aula
parlamentare, esprime la propria solidarietà all’ex ministro. Il PD ha tenuto
un profilo così basso che è sembrato il comportamento tipico del Giuda di turno.
Tutti i suoi esponenti hanno rifuggito i
giornalisti, le interviste. La settimana prima facevano a gara per apparire in
Tv e rilasciare dichiarazioni ai giornali.
Nel frattempo Landini,
Segretario Generale della Fiom, sente l’esigenza di politica e lancia la sua
“coalizione sociale”. Egli è convinto che l’Italia abbia imboccato una strada
pericolosa per la democrazia ed il benessere sociale. La risposta di Renzi
arriva immediatamente ed annuncia, sabato 14 marzo, nuove regole per i
sindacati. Una riforma sulla rappresentanza, che sarà, è facile pensarlo, un
tentativo di limitare al massimo l’azione delle rappresentanze intermedie come
i sindacati, i partiti politici ed altri attori che hanno fatto la storia della
democrazia in Italia ed in Europa.
Giorno 18 marzo, mercoledì, scoppia una
violenta “polemica” tra l’ANM ed il Premier. Il rappresentante dei magistrati
accusa il Governo di dare “carezze ai corrotti” ed “i magistrati sono stati virtualmente
schiaffeggiati”. Stasera nella trasmissione "Piazza Pulita" il rappresentante dell'ANM ha ribadito il suo pensiero senza retrocedere di un millimetro.
La minoranza del PD, il 20 marzo, si autoconvoca e D’Alema accusa Renzi di
gestire il partito con “arroganza” e su questo sono tutti d’accordo.
Nel frattempo i candidati
renziani perdono le primarie a Venezia,
vince Casson e in Campania dove si afferma il Sindaco di Salerno De Luca.
Ad un anno di Governo
Renzi il bilancio è un forte chiaro-scuro….come il suo Premier! La riforma del Senato da lui proposta serve ad eliminare
un Senato che conta quanto la Camera dei deputati, perché con una sola Camera è
più facile governare e controllare. La seconda grande riforma su cui punta il
Renzi, è quella della nuova legge elettorale. Chiaramente dettata dalla volontà
di eleggersi i propri rappresentanti in Parlamento. E? una proposta perversa e
devastante. Perversa perché chi decide chi debba rappresentare il Popolo
Italiano non sono gli italiani ma i capi partito nominando gli eletti futuri
che devono rendere conto non più agli italiani perché non hanno avuto la
possibilità di nominarli, ma dovranno rendere conto solo al proprio
capopartito. E’ una legge devastante per la partecipazione democratica in
quanto il popolo subirà di tutto e avrà le mani legate fino a quando non
ricorrerà alla violenza quale atto unico per liberarsi dal cappio stretto e
soffocante di questa “putinizzazione” dell’Italia. Comunque è una legge
chiaramente incostituzionale. Ed è questo che tradisce le vere intenzioni di
Renzi che pur sapendolo, continua ed insiste a volerla approvare con l’appoggio
di B. che ha venduto il partito per i propri interessi.
Ecco che B. vuole le
torri di trasmissioni della Rai. R. è costretto a rispondere che non si vendono
e guarda caso, pochissimi giorni dopo, l’elicottero di R. è costretto ad un
atterraggio di emergenza adducendo al cattivo tempo e non ad un guasto come da
subito si era detto.
L’inizio del secondo anno
di governo si caratterizza dalla seconda ondata di riforme che tendono al
controllo della nazione, nella maniera più classica, ma anche più efficace. Il
controllo della scuola e della Rai.
Della “Buona scuola”
lanciata da Renzi c’è la peggiore proposta che ci rimanda al fascismo. La sua
proposta di far sì che siano i Dirigenti scolastici a scegliere il corpo
insegnante ci rimanda ad un metodo di scuola privata e non pubblica. Questo nel
metodo. Nel merito egli tenta il controllo della scuola e delle generazioni
future. Ecco come. Il premier nomina e gestisce il Ministro della P.I., questo
a sua volta, sta succedendo da oltre dieci anni grazie all’assurda riforma
Berlinguer, nomina e gestisce i Direttori Regionali i quali a loro volta
gestiscono i Dirigenti scolastici che li spostano e li mandano a dirigere scuole
in ogni dove nella propria regione. Perciò i Dirigenti scolastici, per non
essere mandati a dirigere un istituto scolastico posto dall’altra parte della
Regione rispetto alla loro residenza, oppure per non perdere l’accesso a
contributi e tanto altro ancora, obbediscono al Direttore Generale. Ultimo
anello ancora mancante riguarda il rapporto tra i Dirigenti Scolastici e il
corpo docente il quale è ancora libero nella loro professionalità e docenza.
Con la riforma proposta da Renzi ai docenti verrebbe messo il “morso” in
quanto, de facto, perderebbero la libertà d’insegnamento se essi venissero
scelti dai Ds, che a loro volta obbediscono e non vogliono corrucciare i
Direttori Scolastici regionali, che a loro volta non possono assolutamente
contraddire le indicazioni del Ministro, che a sua volta obbedisce alla linea
politica del Premier che l’ha scelto apposta per questo incarico.
La seconda grande riforma
proposta da Renzi è quella della Rai. Egli vorrebbe un amministratore unico
nominato dal Premier e di un consiglio di sorveglianza che non ha alcun potere.
Anche questa struttura è tipica dell’impresa privata e non pubblica laddove si
ha la netta sensazione che sia il premier il proprietario della Rai e non il
Popolo Italiano. Il controllo dell’informazione è fondamentale, ma solo nelle
Repubbliche delle banane.
Ave Cesare!
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