"Rinascimento Italia" vuole essere un barlume di riflessione sui fatti politici e sociali, in un periodo storico che vede l'Italia in grave difficoltà e smarrita nel contesto globalizzato di questa era.

venerdì 5 febbraio 2021

 


Draghi Presidente del Consiglio dei Ministri  e Giuseppe Conte coordinatore dei 5 Stelle.

Avevamo preconizzato nella primavera del 2020 la fine del Governo Conte per mano di Matteo Renzi e l'arrivo del Governo Draghi. Il post purtroppo è stato cancellato da me perchè non si è avverato a causa della pandemia. Giacchè questo Blog che tratta argomenti attuali di politica è di tipo predittivo per la prima volta una predizione non si è avverata per tempo ed è stata tolta. Vittima del Covid anch'egli. 

Questo qua sotto è quanto sono riuscito a recuperare.

Il Governo Conte II è finito.

Giuseppe Quaranta, Rinascimento Italia - 8 months ago

Il Governo Conte II sta per essere fatto fuori da una congiura di Palazzo. La parte di Bruto la farà Renzi. Sferrerà il colpo mortale in modo diretto e dietro di lui i congiurati. Berlusconi è il primo dei congiurati. Ha tutti gli interessi politici per farlo. Forza Italia perde consensi da mesi. Si è ridotto tra il 6 ed il 7%. Salvini ha rubato la scena a Berlusconi e la Lega sa fare politica meglio di Forza Italia che dimostra di non avere uomini e idee, né strategie, né tattiche vincenti che riescano a penetrare e farsi protagonista nel dibattito politico nazionale. In questi du...i..


    Giacchè il Governo Draghi non sarà di schieramento o di schieramenti politici ma più politico degli stessi schieramenti cosa che questi ultimi non lo hanno ancora capito visto che sottolineano ad ogni loro dichiarazione che vogliono, quasi pretendono, un governo politico, ebbene, questo governo Draghi sarà così politico che scompiglierà gli stessi partiti i cui leader hanno cambiato opinione nel giro di quarantotto ore. Vedi le prime dichiarazione di Matteo Salvini della Lega di Luigi Di Maio M5S, di Taiani di FI e di alcuni del PD ma non del segretario Zingaretti tutti non favorevoli con varie sfumature e poi tutti favorevoli a varie sfumature, queste per mimetizzare le dichiarazioni iniziali di segno opposto. Una per tutte "Il centro destra si presenterà unito a Draghi" ebbene dopo 48 ore Forza Italia è a favore, la Lega è a favore con dei "se" mimetici e Fratelli d'Italia sarebbe per le elezioni, ma in realtà non sa che pesci prendere. 

    Analizziamo il M5S. Questo assume una posizione "contro" il possibile Governo Draghi nella dichiarazione di Luigi Di Maio di circa un giorno fa su Fb che ha scritto:" Le regole della democrazia sono molto chiare. La volontà popolare è rappresentata dalle forze presenti in parlamento il cui mandato, ricevuto dagli elettori, non è stato quello di un governo tecnico ma, lo ribadisco, è stato quello di proporre un governo politico al Paese che rispondesse alle esigenze degli italiani.Nel 2018 il Movimento 5 Stelle ha preso il 33% dei voti, in Parlamento siamo la forza politica più grande e come abbiamo già dimostrato, siamo determinanti. Ora dobbiamo mostrarci compatti, serve unità. Nessuno può dividerci.". 

Oggi, lo stesso, rivela una posizione di estrema ambiguità che può far alludere ad una posizione di sostegno al Governo Draghi che un giorno fà lo vedeva come un tecnico, ma sarebbe bene che lo veda come un fine politico. L'appello all'unità di Di Maio è dovuto da una parte al timore di una scissione vera e propria e non più ad una semplice fuori uscita così come sono avvenute fino ad ora. Scissione che avverrà su parte dell'ala oltranzista e massimalista del movimento stesso che cercherà di fondare un movimento alternativo chiamando a sé i puri ed i duri del M5S delusi dalla politica governativa e centrista di Di Maio che di fatto è il vero ed unico leader del movimento. Casaleggio e Grillo non contano più nulla. E' questo è vero nella misura in cui lo stesso Grillo si è dovuto proporre alla guida della delegazione che oggi incontrerà Draghi. Innanzitutto per riaffermare la sua posizione di leader nel movimento, ma che di fatto non esiste, e poi per tentare di essere la sintesi tra Di Maio ed i governisti da una parte e Di Battista e gli ortodossi dall'altra che di Draghi non ne vogliono sentir parlare.

E' chiaro che se Draghi non ottiene la fiducia si va a votazioni per cui tantissimi parlamentari di tutti i partiti perderanno il seggio parlamentare. Di questi i più penalizzati saranno proprio quelli del M5S per due grossi motivi.

Il primo è rappresentato dal fatto che, stando ai sondaggi e non solo, sicuramente prenderanno la metà di quel 33% prima ricordato da Di Maio nel suo post. Chi ritornerà a casa per continuare quello che faceva prima e nelle condizioni economiche di prima? Secondo: con la riduzione di senatori e deputati di circa un terzo voluto proprio dai parlamentari del M5S a quel 50% in meno si aggiungerà un decremento del 30% del 50% rimasto e cioè solo il 35% della deputazione attuale salirà ai colli di Roma e siederà nei scranni del Parlamento. Un vero disastro.

Allora cosa succederà nei prossimi giorni? Giacchè il Congresso del Movimento 5 Stelle è ancora aperto nella disperata ricerca di un nuovo capo politico dopo il Di Maio e dopo una reggenza Crimi la novità eclatante sarà che il nuovo coordinatore, quindi nè capo politico, in quanto sarebbe troppo, nè reggente, in quanto sarebbe troppo poco, sarà Giuseppe Conte. Questo porta verso il centro la barra dell'indirizzo politico del movimento e di conseguenza il sostegno a Draghi. Così facendo si opera per  allontanare lo spettro della perdita dello scranno ai parlamentari del M5S in quanto si annulla la possibilità di scioglimento delle camere e parimenti un aumento delle probabilità di un esaurimento naturale della legislatura fra tre anni circa ed al contempo si evita un pericolosissimo isolamento politico e la convergenza con Fratelli d'Italia ad essere insieme, senza volerlo, all'opposizione.

In questo quadro Di Battista se ne va via dal M5S seguito dalla Lezzi ex ministra del Mezzogiorno del primo governo Conti che tanto bene non ha fatto accompagnati non certo nè da Fico, nè da Morra, ma da un manipolo di ortodossi o di soggetti che sanno fin da ora che avranno difficoltà ad essere candidati o eletti nelle prossime elezioni. Auguri a tutti. Ma specialmente a Mario Draghi e all'Italia. Ne abbiamo bisogno.


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